Ventenne,
Maria Grazia si trasferisce a Roma ma mal sopporta i ritmi imposti
dalla vita della città, così durante una breve vacanza giunge nelle
Alpi orientali: la terra natale di sua madre. E’ una terra di
confine anch' essa isolata dal mondo esterno, non più dall' acqua ma
da montagne interrotte da valichi che permettono di comunicare con
altre realtà. Qui l’artista può ora calpestare i prati dei
nostalgici racconti materni . In questo ambiente così diverso ma
nel contempo selvaggio e attraente ella ritrova il suo essere bambina
e la sua sopita creatività. Esplora i boschi, i letti dei torrenti,
affascinata dalle forme inusuali degli alberi somiglianti ad
austeri esseri, comincia a raccogliere e sperimentare le tecniche di
conservazione delle fibre vegetali. Per anni lavora ai suoi quadri,
quando è soddisfatta del risultato si dedica ad altra ricerca.
Incontra
altre artiste ed assieme costituiscono il gruppo “Donne del bosco”
aderente al manifesto del movimento “Art in nature”.
In
seno a questo gruppo Maria Grazia trova finalmente il senso della
sua ricerca. Quasi avesse da sempre modellato animali, figure,
insetti, le sue mani intrecciano, legano, tirano, piegano. Liane,
muschio, rami di betulla così leggeri e fragili, edera e fieno
prendono quasi vita.. Il bosco così si anima di presenze
inaspettate creando stupore ed interesse. In una sola stagione il
percorso all' aperto lungo il quale ha disposto le sue sculture
registra tremila visitatori, con relativi lusingheri commenti.
Le
forme evocate sono spesso drammatiche, come nel “Pianto di tutte le
madri” realizzato nel parco di San Vito al Tagliamento all'ingresso
di un rifugio antiaereo, dove da una bocca urlante si possono
scorgere fieno e liane che rievocano resti umani insepolti,
affioranti da un letto di foglie. Alle Torrate di Chions ,nella
manifestazione “Arti nel bosco” una grande mantide religiosa
realizzata col mu-schio divora una scultura di fieno che rappresenta
un uomo. Nel parco del Cormor a Udine accanto al fiume un
“Caronte di muschio “trasporta su una zattera di bambù verde
uno scheletro realizzato con bambù secco.
Di questi interventi sul territorio rimane un’ efficace descrizione realizzata per la rassegna individuale che ha coinvolto l'intero nucleo insediativo di Porzus nella pedemontana del Friuli:
Di questi interventi sul territorio rimane un’ efficace descrizione realizzata per la rassegna individuale che ha coinvolto l'intero nucleo insediativo di Porzus nella pedemontana del Friuli: